Don Balduino Migliarese, prete a Petrella Tifernina (CB) che agli inizi del '900 combatté con la forza delle parole, in favore del popolo e dei  contadini.

Balduino nacque a Montemiletto il 23 marzo del 1880, figlio di Giacinto, insegnante elementare e di Eloisia Fusco, una famiglia originaria di Grottaminarda (AV). Morì in tragiche circostanze a Vinchiaturo (CB) il 21 gennaio del 1924.

Il 7 dicembre del 1917 fu insignito da Papa Benedetto XIV con “Acta Apostolicae Sedis” del 2 gennaio 1918 dell’onorificenza di Cameriere del Papa.

Fine pubblicista, spesso mordace e sarcastico, uomo di notevole e solida cultura, fu tra i dirigenti del Partito Popolare Italiano in Molise per non aderire al fascismo.

Il giovane Balduino manifestò presto la vocazione sacerdotale, iniziò gli studi presso il Seminario di Benevento e fu ordinato sacerdote nel giugno del 1903. Nell’anno seguente ebbe l’investitura del canonicato della chiesa collegiale di S. Maria dell’Assunta di Montemiletto.

Il Vescovo di Foggia lo chiamò a collaborare presso la curia dove si distinse per zelo e l’efficace oratoria.

Nel 1912 fu nominato parroco di Petrella dove viene ancora ricordato come il ‘prete tenace’ che osò sfidare l’arroganza dei signori sfruttatori dei poveri.

Un guerrigliero armato di crocifisso, energico come un ribelle e lungimirante come un uomo umile che porta Dio nel cuore.

Non aveva paura di scottarsi la faccia sotto il sole che vede solo chi fatica duramente ma era di intelletto finissimo, di cultura profonda e sapeva affrontare la spocchia dei potenti non avvezzi alla sfida dell’equità.

Nel piccolo comune molisano ha affrontato una battaglia sociale epocale nel nome dell’umanità prima che di Dio, ma a mani nude.

Per dovere di giustizia e per istinto alla verità ha osato battersi con l’ironia dei raffinati.

Un provocatore di idee, un guerrafondaio di parole, sparava alto quel prete senza paura. E sparava disarmato contro chi uccide la povera gente costringendola all’arretratezza e alla sottomissione.

Negli anni che precedettero il fascismo discuteva di analfabetismo, di dignità del lavoro, di giustizia sociale ed era schierato con il profumo di terra difficile che avevano le coppole dei contadini e dei braccianti. Contro il candore infido delle pagliette dei padroni.

Quella di Balduino è una vicenda pervasa da inquietanti conflitti politici e sociologici, dalla massoneria che aleggia sul Molise dei latifondi. Sullo sfondo il gioco dei poteri forti che si dispiegano sui destini dei territori come in un gioco di dama, la Chiesa, la Politica, la massoneria. E don Balduino dall’altra parte, in difesa della povera gente ma senza mai ripudiare il dovere di obbedienza alla Chiesa.

Un rivoluzionario educato all’obbedienza è un ossimoro con cui si spiega il dovere cristiano dell’impegno civile.

Nel 1917 Don   Balduino   Migliarese   introdusse   a Petrella la  devozione   della   Madonna   della   Pace,   acquistando una   bella   statua,   che   ogni   anno   veniva   accompagnata al cappellone l’ultima domenica di maggio.

Biografia: Antonio Di Lallo, Coppole e pagliette. Don Balduino Migliarese, Storia di un impegno civile, 1912-1924.

Decus italiae virgo: discorso recitato nella monumentale chiesa di Petrella Tifernina l'8 settembre 1915 nei solenni della funzione propiziatoria celebrata per il trionfo delle nostre armi / arc. Balduino Migliarese, casa ed. Cav. Giovanni Colitti e figlio, 1916.