Manca  una ricerca di ricognizione territoriale  sistematica della media valle del Calore. Rimangono dunque aperti molti problemi interpretativi  relativi ai contesti sporadici acquisiti.

Comunque appare che con la romanizzazione del territorio irpino  la razionalizzazione dello spazio si evidenzia soprattutto attraverso lo sfruttamento di gran parte del territorio, almeno quando rientra nelle pertinenze di quello della colonia romana di Benevento, assegnato a partire dall’86 a.C. alla tribù Stellatina. 

Ville romane

Sono solo indiziate alcune ville rustiche romane in diverse aree del territorio: a Valle,  a San Giovanni,  a Campomarino (loc. Acquacalda), a San Bartolomeo-Frongilli, a Bosco dei Preti, a Casale S. Angelo.

Sono spesso presenti in prossimità delle tombe “alla cappuccina. Va pure segnalata la  villa romana di Carpino (Torre le Nocelle) anch’essa caratterizzata dalla presenza di varie tombe depredate.

In località San Giovanni, su un crinale nelle immediate vicinanze del tratto autostradale A16, un’indagine di archeologia preventiva ha portato alla scoperta di una villa di produzione agricola forse del I-II sec. d.C.

Lo scavo ha evidenziato diversi ambienti delimitati da strutture murarie. Ovviamente sono stati recuperati frammenti di macine in pietra lavica, ceramica d’uso comune, sigillata italica, lucerne, monete di bronzo.

Dall’area della villa, però in proprietà privata, si conserva un alloggiamento per le travi di un torchio per le olive. Nelle vicinanze, durante lavori stradali, erano già state messe in luce strutture murarie in laterizio con suspensurae relative ad un ambiente termale forse di pertinenza allo stesso insediamento rurale.

Un esteso insediamento rustico di età imperiale con annesso sepolcreto ha potuto essere localizzato in contrada Campo Marino, in prossimità del bivio di Acquacalda, mentre resti di strutture murarie e sepolture tombali emerse durante lavori agricoli sono segnalati a Valle e a Santo Stefano di Montaperto.

A Casale Landolfi è stata segnalato un affioramento di ceramica comune, forse pertinente alla presenza in zona di una villa rustica di produzione e in prossimità individuata una tomba con copertura “alla cappuccina”.

I siti di Bosco Lomba, di Orno e di S. Fele hanno anch’essi restituite resti vascolari riferibili a sepoltura di età romana.

Edificio pubblico

Fatta eccezione dell’iscrizione CIL 2087 però di Torre Le Nocelle  che si rifà ad un edificio romano di epoca imperiale, non sono noti edifici pubblici nel territorio di Montemiletto.

Però,  un capitello a quattro facce in pietra calcarea  con kyma ionico e ovuli  potrebbe appartenere ad un edificio pubblico di epoca tardo ellenistica (seconda metà I sec. a. C.).

Confronti sono possibili con  i capitelli della Palestra Grande di Pompei. Purtroppo l’indicazione del ritrovamento è assai generica (loc. S. Stefano, Montaperto).

Purtroppo  l’esemplare è oggi scomparso (sembra sia stato venduto ad un antiquario); tuttavia va  segnalata la presenza  di due capitelli riutilizzati nella Basilica di Prata di Principato Ultra, poco distante da Montaperto. Sono assai simili all’esemplare sopra descritto.

Il manufatto, un tempo inserito in un muretto a secco, è stato depredato durante  i lavori di ampliamento della strada comunale e venduto qualche anno dopo. Interessante però è la segnalazione di una struttura muraria di notevoli dimensioni  in  questa zona.

Impianti di lavorazione

A S. Fele, loc. Boschetto, è stata individuata una grande fornace  adiacente alla villa romana.  In mancanza di esplorazione accurata non  si è indagata la camera di combustione né eventuali scarichi. Dunque non è possibile fornire una datazione precisa; lo stesso si può dire della villa romana.

A Bosco Lomba, sono state evidenziate tracce di strutture murarie e scarti di lavorazione pertinenti alla presenza di una o più fornaci per la produzione di mattoni laterizi e forse di ceramica. La presenza di banchi argillosi affioranti e d’acqua dovevano favorire tale produzione.

In loc. S. Giovanni,  nei pressi della villa rustica romana sopra nominata, è stato individuato un elemento in pietra riferibile ad un torchio per olive.

Ponte romano

Il ponte di Pescone del Capitano è ormai in rovina.  Un pilone è stato spostato dalla sua sede originaria e trascinato  dal lato del comune di Taurasi.

L’interesse di questa struttura sta nella sua ubicazione sulla riva sinistra del fiume Calore, ad indicare l’attraversamento del fiume dalla strada che da Abellinum  si dirigeva in direzione della via Appia.

Ruderi di un pilone  in opera cementizia con paramento in opus latericium poggiante sul costone roccioso sono parzialmente visibili dal lato del comune di Montemiletto mentre il basamento di blocchi in pietra squadrati. Si ipotizza una datazione in  età romana imperiale (I-III sec. d.C.).

Documenti epigrafici

La documentazione di cui siamo in possesso, sono spolia,  provenienti da necropoli o dall’arredo di villae.

S. Felicita (Montefalcione)

Oggi Toppolo S. Felice, non lontano da S. Fele

Due stele funerarie ed un elemento di una tomba a cupa con riquadro frontale relativo ad una sepoltura documentano la presenza in questo settore di una necropoli romana:

Da questa medesima area potrebbero provenire la stele funeraria  romana (n. 1088 del CIL, pubblicata da T. Mommsen) in pietra calcare locale.

La stele con patera su di un lato e brocca monoansata dall’altro potrebbe essere la stessa citata da Mommsen ma ora non è possibile verificare se sulla faccia contro terra è presente l’epigrafe.

Da Montemiletto

Dalle  loc. Torricella  e Fiumara provengono due iscrizioni funerarie riportate dal Mommsen: la n.2083 (dispersa) che fa menzione di un Caio Emilio della tribù Menenia.

È riportata dal Guarini è nel CIL IX 2083 con lettura migliore (databile certo al I secolo d. C.) e la n.2084, ancora in situ.

Questa ultima iscrizione va corretta secondo Camodeca. Si deve leggere  in. 1: Bassaea, gentilizio di una importante gens beneventana.

Loc. Fontana Francia 

Una terza iscrizione, mutila ma con molta probabilità sempre di carattere funerario, la si trova reimpiegata nella facciata esterna dell’ex Convento dei Padri Domenicani, oggi sede del Municipio.

Nel chiostro dello stesso edificio,, si conserva un sarcofago lapideo di età imperiale romana, con specchio epigrafico.

Loc.  Grottoni

Si trova  a valle della villa romana di Carpino ( il pianoro di Carpino ora rientra nel comune di Torre Le Nocelle).

Dal sito proviene un  coperchio del sarcofago con tetto a spiovente e acroteri laterali (ora presso un privato).

Pietra de Fusi

L’iscrizione è pubblicata da Mommsen  CIL IX 2098; risale al  I- II secolo d. C. E' riportata dal  Carrucci, che la vide, e anche dal Guarini che dà una lettura diversa della linea .2 (voto soluto).

L’epigrafe sembra essere conservata presso la famiglia De Nisco.

(HERCULI/VOT.SOLVIT/C.ENNIUS/PRIMUS)

Colonne,  sculture 

Nel Centro storico di Montaperto (via S. Antonio) si trovava elemento riferibile ad un monumento funerario in pietra calcarea locale particolarmente interessante; presenta un bassorilievo con metopa con raffigurazione di un elefante.

Potrebbe trattarsi di un simbolo legionario, verosimilmente della Legio V Alaudae, una delle legioni galliche di Cesare che combatte a Tapso contro Pompeo.

Gli elefanti schierati  nella battaglia portarono lo scompiglio tra i suoi soldati e divennero simbolo della vittoria e insegna della legione.

Ricordiamo che i Ligures Baebiani sono attestati nella regione (CIL IX, 1460).

Potrebbe provenire dalla loc. S. Stefano o al massimo da Mercogliani che si trova a poca distanza.

Torre le Nocelle 

Nella parete N dell’Oratorio della Chiesa di San Ciriaco Martire si trovano 3 colonne marmoree lisce (diam.36 cm). Distanti 3,70 m.

La colonna centrale è dipinta di bianco con decorazione  in giallo ocra e nero. Su queste colonne si impostano archi in laterizi.

Un tronco di colonna scanalata si trova ai lati di una scala che porta al Santuario di S. Ciriaco.

 Orno, loc. S. Nicola

Scultura funeraria di leone in calcare. Questo tipo di scultura  molto caratteristica è diffusa nel Beneventano e nell’Avellinese; in origine era posta ai quattro lati della cassa funeraria.

Potrebbe essere datata intorno al I sec. a.C. - I d.C.

Monete

Da Campo Marino  segnaliamo alcune monete romane consegnate da S. D’Anna alla Soprintendenza archeologica di SA. AV e BN (sede di Avellino)

-una moneta di bronzo verso/busto a destra; rovescio/ Vittoria a sinistra con scritta securitas e repubblicae.

- una moneta di bronzo verso/testa di Roma con scritta a sinistra roma , a destra urbs; rovescio/lupa a sinistra con sotto i gemelli, in alto a destra, due stelle.

Da Carpino – Torre Le Nocelle  (in collezione privata)

-sono 3 monete di bronzo verso/busto a destra; rovescio di epoca tardo imperiale.

Necropoli

Numeroso sono le necropoli o per lo meno nuclei funerari legati a fattorie o a villae rustiche.

Si tratta per lo più di tombe a cappuccina, ma anche di tombe  a cassa calcarea (vedi epigrafie.).

Da Campo Marino di Montemiletto, va segnalato da un corredo  uno strumento riservato al cosiddetto bagno termale, ritrovato in una sepolture romane riferibile ad un giovane atleta.

Si tratta di un raro  lisciatoio  in pietra pomice con calotta  di bronzo ad anello sommitale  simile ad un esemplare rinvenuto a Pompei. Testimonia la grande attenzione alla cura del corpo della popolazione romanizzata dall’Irpinia.

Da Carpino di Torre Le Nocelle invece sono resti di manufatti personali in bronzo da corredi.