A poca distanza dal centro storico di Montefalcione, in località Pietracupa, rilevanti pezzi di intonaco di capanni e numerosi frammenti di ceramica preistorica di tipo Palma Campania, attestano la presenza di un nuovo e inedito sito per quanto concerne l’antica età del Bronzo. E’ anche presente materiale da riferire al Bronzo medio appenninico.

Il declino collinare sottostante è stato utilizzato anche nell’età sannitica e romana come dimostrano le tracce di laterizi e i resti ceramici provenienti da sepolture sconvolte a causa degli interventi agricoli sul fondo.

Il pianoro, importantissimo per il controllo dell’area circostante, domina il varco naturale che si apre nei pressi dello stabilimento della FMA di Pianodardine (Avellino), tra Serra di Pratola e Montefalcione.

Una moneta sporadica, in coll, privata, in argento è stata rinvenuta nel terreno di prop. di Mastroberardino. Reca la leggenda in osco IRNTHI. Riveste dunque una notevole importanza soprattutto se proviene da una tomba che potrebbe essere attribuita ad un mercenario sannita.

Il tipo con D/testa maschile di profilo verso destra. R/con toro con testa umana barbata verso destra appartiene agli ultimi decenni del IV sec. a. C. e viene prodotta verosimilmente dalla zecca di Surrentum.

Va ricordato che nella medesima area è stata recuperato un elemento di cinturone. Si tratta di un’estremità maschio con gancio originato da una placca a sezione convessa “a corpo di cicala” striato con evidenziazione delle elitre striate, desinente a lancetta.

Il cinturone di bronzo, elemento tipico del costume sannitico, attesta l’esigenza di porre in risalto nel rito funebre, il proprio ruolo sociale, fondato su una gerarchia militare. IV sec. a. C.

Sul pianoro è possibile ritenere possa essere stata impiantata una villa in età romana. Infatti sono stati raccolti durante ricognizioni vari frammenti di lucerne romane e di ceramica. Non va esclusa la presenza di un nucleo funerario collegato alla villa rustica.

Nel mese di agosto 2005, nel fondo in questione sono stati realizzati saggi esplorativi da parte della Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento, i cui esiti non sono ancora stati resi noti.