L’Irpinia attuale, interamente compresa nella provincia di Avellino, si può identificare solo in parte con l’antico territorio abitato dagli Irpini, i cui confini sono tutt’ora poco conosciuti anche per la stessa età romana.
La media valle del Calore già in epoca preistorica era densamente abitata: ciò è dovuto tanto alla disponibilità di terreni molto fertili che alla collocazione nodale lungo antichi percorsi naturali.

Quest’area, infatti, permette le comunicazioni più facili e dirette tra il versante tirrenico campano e quello adriatico pugliese.

Non di meno tutta questa zona, caratterizzata da rilievi collinari di modesta altezza e da ampie vallate fluviali, costituisce anche un comodo raccordo tra le aree appenniniche interne poste a nord (Sannio Beneventano e Molise) e a sud (Campania meridionale e Lucania).
Il territorio del comune di Montemiletto (altitudine m. 622 s.l.m.) si estende tra due importanti fiumi, il Calore e il Sabato, entrambi provenienti dall’area del Terminio.

Il Calore, fiume sannitico per eccellenza, passa da Montella, ai piedi di Luogosano e Taurasi, bagna Montemiletto e prosegue in direzione Benevento.

Era sicuramente navigabile come attestano recenti indagini effettuate nei pressi di Ponte Rotto, sulla via Appia nel territorio di Apice, a Ponte Valentino e nel centro di Benevento.
Il Sabato passa nei pressi di Atripalda prosegue in direzione Pratola Serra, da dove si incanala nella gola del Barba, presso Altavilla Irpina, per poi giungere in area beneventana.
Quello che caratterizza questa regione è innanzi tutto la notevole presenza di siti afferenti alle culture neolitiche, ma anche eneolitiche.

Possiamo citare Fievo di Fontanarosa, Campo Ceraso, oltre a Campomarino e Casale S. Angelo-casale S. Nicola e ovviamente Felette di Torre le Nocelle.

La montagna di Montefusco (707 metri s.l.m.), dominante da un lato sulle pianure di Prata e Pratola Serra, delimita naturalmente i confini delle attuali provincie di Avellino e Benevento.