Le emigrazioni stagionali sannitiche (ver sacrum) favorirono certamente lo sviluppo di una rete di tratturi che saranno poi la base della rete viaria romana.

Ovviamente molte di questi tratturi ricalcavano vecchi percorsi pre-protostorici. Favorirono in qualche modo l’espandersi delle genti sannitiche fuori del Sannio vero e proprio. Il Sannio si veniva a trovare al centro di una complessa rete stradale, composta da assi di comunicazione interregionale.

Nel corso del IV sec. a. C. tale espansione raggiunse dimensioni notevoli, se si pensa che l’intera Campania antica fino alla costa cadde in mano ai Sanniti, fatta eccezione per Neapolis.

Lungo i percorsi si sono impiantati santuari, federali e non federali, che costituirono occasioni importanti per nuovi contatti, nuove aggregazioni per le popolazioni irpine e per gli scambi.

Tra i santuari vanno ricordati ovviamente quello della Mefite a Rocca San Felice, ma anche quello di Casalbore in loc. Macchia Porcara e quello di Morra De Sanctis in località Piano dei Tivoli.

Alcuni santuari erano inseriti nelle cinte megalitiche come quello di Monte Acero nel territorio di Telesia, della cinta in località Oppido Vetere di Lioni, alle falde del M. Calvello, dell’oppidum di Abellinum.

Forse cinte murarie difensive erano a ancora a Compsa o a Bagnoli Irpino. Finora non vi sono fortificazioni nel territorio di Montemiletto e questo fatto è stato messo in rapporto con distruzioni avvenute in varie epoche per utilizzare i blocchi come materiale di reimpiego.

Tuttavia può darsi che in questa regione si fosse utilizzato un altro tipo di sistema difensivo: tipo aggere e palizzata lignea come quello di Aeclanum distrutta da Silla nel 89 a. C.

Le strade romane del Sannio portavano a Benevento e ad Aequum Tuticum; da Aequum Tuticum proveniente da Benevento transitava la via Traiana che proseguiva per Aecae (Troia), passando per Tre Fontane (Greci), quindi per Herdonia (Ordona), Canusium, Bari e Brindisi.

Da Aequm Tuticum partiva la via Herculea che, da Corfinium, transitava per Aesernia e Bojano, per poi immettersi sull’ Appia all’ altezza di Lacedonia, passando per Ariano-Difesa Grande e Scampitella. Da Aequm Tuticum transitava ancora la via Aemilia che univa l’ Appia da Fioccaglie (Flumeri) a Luceria.

La stessa Appia che, passando per Benevento, attraversava Aeclanum , si divideva in due tronconi - uno verso Sturno, Frigento, Guardia dei Lombardi, transitava per la valle d’Ansanto a giungeva a Bisaccia; l'altro proseguiva verso Fioccaglie, passava sotto Carife per proseguire per Sferracavallo e Bisaccia dove si univa al primo; quindi si prolungava per Lacedonia e poi verso Taranto.

La regione di Montemiletto gode di una centralità evidente in seno ad un territorio che è stato da sempre un crocevia importante. Ma molto si attende ancora dal punto di vista archeologico sull’esatto percorso delle vie che l’hanno attraversato.