Il giacimento fu scoperto casualmente da Cesare Porcelli (1975), peraltro la stessa persona che ha segnalato numerosi altri paleolitici irpini.

Da lui fu segnalato all'Istituto di Antropologia e Paleontologia umana di Siena che l’indago negli anni successivi (1976-1977).

Durante le campagne di scavo fu messa in luce un’articolata serie stratigrafica caratterizzata alla base da sedimenti argillosi ricoperti da depositi grossolani sabbiosi e infine limosi.

L'industria, ricca di denticolati, su scheggia generalmente piatta con tecnica Levallois debolmente presente; è stata  attribuita al Paleolitico medio; potrebbe rientrare nell’Würm antico. Complessivamente l'industria è formata da 537 strumenti e 152 nuclei; gli strumenti raccolti in strato durante lo scavo sono 426, pari a 429 tipi primari, fra cui 97 elementi a ritocco inframarginaIe.

Purtroppo la limitatezza dello scavo dovuta alla quasi completa distruzione dell’area circondante il sito che ha condizionando la sola esplorazione della fessura per verificare la successione e la consistenza dei depositi non  ha permesso di avere un quadro compiuto dell’ambiente del tempo. Peraltro i reperti rinvenuti comprendono anche resti di fauna presenti però in quantità estremamente limitata e molto frammentari, che non sono stati purtroppo analizzati,