Posto nel cuore della Valle del Sabato, Pratola Serra sorge a quasi 300 m. di altezza s.l.m. a 13 km. da Avellino. Il pianoro di Pratola ha verosimilmente dato il nome all’intera zona che nelle carte medievali viene ricordata come loco pratule, cioè spianata ricca di foraggio.

Si conoscono 2 siti principali: il primo in loc. Pioppi, il secondo in loc. Scoppole/Saudelle. Ambedue sono di epoca protostorica (l’abitato in loc. Pioppi appartiene al Bronzo antico ed è riferibile alla facies culturale di Palma Campania), il secondo in parte forse coevo al precedente prosegue nel successivo Bronzo medio.

Una piccola dorsale, disposta all’incirca est-ovest, prospiciente il tratto corrispondente di fondovalle del fiume Sabato, rispetto al quale si eleva soltanto di una quarantina di metri accoglie una frequentazione complessa.

Il sito ha una discreta possibilità difensiva in quanto domina su tre lati il piatto fondovalle del fiume ed è protetto alle spalle (verso est) da ripidi versanti, in parte di morfoselezione, che lo connettono al rilievo appenninico che in questa zona presenta una morfologia complessa e notevolmente disarticolata.

La sommità sub pianeggiante, con ampi spazi disponibili, adatti ad un insediamento forma un’ampia terrazza a ridosso dell’odierno paese di Pratola Serra. La terrazza, in leggera pendenza verso nord, è circondata da due strette valli che la chiudono su tutti i lati, tranne che su quello meridionale.

L’esistenza di sfiori sorgentizi, sia al margine che all’interno del sito stesso, è un ulteriore elemento favorevole all’insediamento, poiché rende ottimale l’approvvigionamento idrico per l’abitato.

loc. Ponte Sabato

Avanzi dell’acquedotto del Serino che riforniva di acqua la città di Beneventum sono stati individuati a valle del ponte sul Sabato.

Sono stati evidenziati sia il cunicolo originale in opus incertum con volta a botte sia quella parte sostituita dopo una frana con un cunicolo più a monte con faccia a vista in laterizio accuratamente costruita e grossi contrafforti, risalente alla fine del I sec/prima metà II sec. d.C,

Questo tratto è stato rinvenuto durante i lavori della costruzione dello stabilimento ARNA (Alfa-Nissan).